Nella maggior parte dei casi si dice che l’ultima gara di campionato, il cosiddetto sipario, tenda a racchiudere un po’ quella che è stata la sintesi della stagione. Per l’Atalanta è sicuramente un’annata straordinaria, dove il suo sipario viaggia all’insegna del bipolarismo nerazzurro all’interno di un campionato in cui si è passati da un estremo all’altro, con un finale sempre accompagnato da quel punto interrogativo riguardante Gian Piero Gasperini.

Un bipolarismo di emozioni che parte ovviamente dalla grande cornice di pubblico, dove il patriottismo si respira nell’aria viste le coreografie in Nord, Morosini e Rinascimento: la quinta Champions League di fila non è scontata e merita il giusto tributo da parte di quella gente che non è mai venuta meno al sostegno incondizionato, neanche nei momenti di difficoltà. Dal relax a un vero e proprio episodio dove mancava solo la scritta “Sei su Scherzi a Parte”, quando lo stupore dell’iniziale striscione “Gasperini vattene” ha lasciato spazio alla seconda parte “A firmare il contratto”: bello scherzo, con uno spavento iniziale non da poco.

Se si vuole invece parlare di vero spavento bisogna guardare il campo: una squadra che, dal 2-0, si è fatta rimontare fino al 2-3, con una difesa che, al netto delle statistiche, si è dimostrata abbastanza ballerina, dove il rientro di Stefan Posch non è stato dei migliori. Nel mezzo, una doppietta di Daniel Maldini che fa sperare su quelle che saranno le basi di un futuro importante. Dallo spavento al pianto, per omaggiare una leggenda come Rafael Toloi: eroe silenzioso di un cammino atalantino durato 10 anni, dove il giocatore è diventato leggenda e maestro nel tramandare “la maglia sudata sempre”, uno degli ultimi uomini a rappresentare la purezza di un calcio bello in mezzo a soldi e tante falsità.

Poi il fine gara, dove l’altalena di emozioni passa da un misto di ansia e curiosità su Gasperini, con il tecnico di Grugliasco che ha sottolineato come forse l’Atalanta dovrà abbassare le pretese, considerando quelle che potrebbero essere le possibili partenze. Addio? Permanenza? Staremo a vedere. Ma sicuramente le garanzie per avere una squadra più forte sono un dato di fatto da non sottovalutare, considerando che, seppur gli addii siano inevitabili, il “come” vengano sostituiti fa sempre la differenza su tutto. L’Atalanta chiude la stagione 2024/2025 da terza in classifica. Ora si aspetta il futuro.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 maggio 2025 alle 08:17
Autore: Filippo Davide Di Santo
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