Uno stadio di Bergamo in festa, un traguardo personale per mister Ivan Juric e una squadra ancora tutta da decifrare. Il ritorno in campionato dell’Atalanta contro il Pisa ha regalato emozioni e qualche segnale contrastante, proprio nel giorno delle 250 panchine del tecnico croato e alla vigilia del suo compleanno.
Perché nel primo tempo la squadra è apparsa molto disordinata, poco lucida, con tanti errori di costruzione soprattutto nella metà campo avversaria e troppe sbavature difensive. Spazi concessi, occasioni sprecate, ritmo basso: una brutta Atalanta, questo va sottolineato.
Va però riconosciuta la bravura di Juric nel toccare le corde giuste all’intervallo. Con gli stessi undici, la ripresa ha infatti mostrato un’Atalanta diversa, aggressiva, dominante, capace di schiacciare l’avversario. È mancata però la cattiveria sotto porta, come lo stesso tecnico ha ammesso in conferenza: tanto possesso palla fuori dall’area (di gasperiniana memoria), pochi affondi concreti. Solo nell’ultimo terzo di gara si è visto qualche cross in più, qualche verticalizzazione: un segnale, almeno, che le idee ci sono e la strada è quella giusta.
Un segnale è arrivato anche da Gianluca Scamacca, tornato al gol dopo 455 giorni di digiuno. Nel primo tempo era apparso ancora timoroso nei duelli (con, probabilmente, la paura di farsi male), con pochi movimenti e poca pericolosità. Nella ripresa, invece, ha segnato da vero numero nove: mezza luna ad aggirare la difesa, controllo, protezione della palla, smarcatura e palla all’angolino. Un gol liberatorio, per lui e per il pubblico che lo ha applaudito a lungo.
Applausi anche per Nikola Zalewski, al debutto: spesso pericoloso, tante volte al cross, uno dei migliori in campo. Qualche errore difensivo c’è stato, soprattutto in fase di lettura e posizionamento, ma la personalità e la qualità con cui si è proposto lo rendono già un acquisto molto interessante. Molto bene anche Marco Carnesecchi, autore di un intervento super su Moreo ad evitare lo 0-2.
Chi invece ha deluso di più (oltre a Hien) è stato Daniel Maldini. Tecnicamente valido (lo sappiamo tutti), buona visione di gioco, ma sotto porta troppo molle e prevedibile. L’occasione sprecata sull’1-1 pesa come un macigno, perché poteva portare avanti l’Atalanta e invece ha confermato quella mancanza di cattiveria che Juric ha sottolineato. Il mister continua a dargli fiducia sì, ma serve una risposta rapida: l’Atalanta può aspettare qualche giocatore, ma non troppo a lungo (d’altronde ci sono ancora tre competizioni - Serie A, Champions e Coppa Italia - da affrontare).
Detto questo, è solo la prima giornata. Quello che abbiamo visto basta per qualche spunto, ma la vera (e nuova) Atalanta di Ivan Juric la vedremo solo tra qualche settimana.
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