La premessa è d'obbligo. Il Psg, di questi tempi, è ingiocabile per molti, usando un termine che qualcuno ha usato prima di noi. Lo ha ammesso anche Ivan Juric, con lucidità e onestà, al termine del pesante 4-0 che ha segnato l'esordio della Dea nella Champions League 2025/2026: "La differenza di livello è stata enorme, direi abissale. Contro una squadra così era inevitabile soffrire". Una sconfitta che, allo stesso tempo, lascia in eredità diversi spunti di riflessione. 

MALDINI, CHE SI FA? - Il peggiore in campo nella serata del Parco dei Principi è stato, senza dubbio, Daniel Maldini. La scelta di farlo giocare ha sorpreso tutti, ma non ha pagato. E, purtroppo per lui e per la Dea, sembra stia diventando una costante. E non stiamo parlando solo della sanguinosa palla persa che porta all'1-0 del Psg, ma dell'atteggiamento generale. Poca cattiveria, pochi spunti. Abulico e isolato. Anche Juric lo ha punzecchiato a fine gara: "Maldini doveva interpretare il ruolo come poi ha fatto Krstovic nella ripresa. L’idea tattica era la stessa, l’interpretazione non è stata ottimale". Certo, la punta non è il ruolo che più si addice all'ex Monza, ma il tema c'è ed è caldo, per Juric come per i tifosi. E ora che si fa? 

I DUBBI SUGLI ESTERNI - Come detto, le scelte di Juric hanno sorpreso e, col senno di poi, non hanno inciso. Il dubbio maggiore è quello legato agli esterni. Perché Bernasconi? All'esordio in Champions e con una manciata di minuti in carriera in prima squadra. Lui, per carità, ha fatto il suo, ma in un contesto che si sapeva già complesso non si è dimostrata la decisione migliore. Servivano la gamba e l'entusiasmo di Zalewski, che con Bergamo ha avuto un impatto molto positivo. Serviva, forse, l'esperienza di Zappacosta, che però sembra diventato un oggetto misterioso. In questa stagione, per lui, solo 26' contro il Parma. 

LE ASSENZE DA NON IGNORARE - Dopo gli anni di Gasp, la piazza si è abituata a un certo tipo di prestazioni. E Juric, pur potendo contare sul sostegno della tifoseria, è sempre sotto la lente d'ingrandimento. Normale, quindi, che un 4-0 alla prima di Champions, pur contro i campioni in carica, sollevi qualche mormorio. Allo stesso tempo, è bene sottolineare che la squadra vista a Parigi non è certo paragonabile a quella di Gasperini. E non solo perché Juric, ormai l'avranno capito anche i più dubbiosi, ha un approccio diverso rispetto al suo predecessore, ma anche e soprattutto per le assenze. Non ci sono più Retegui e (per il momento) Lookman, ma al Parco dei Principi non c'erano nemmeno Kolasinac, Ederson e Scamacca. Tre titolari e tre calciatori in grado di fare la differenza. Sarebbe cambiato qualcosa? Non lo sapremo mai, ma la loro assenza è un dettaglio di cui tenere conto. 

Sezione: Primo piano / Data: Gio 18 settembre 2025 alle 10:29
Autore: Gianluca Pirovano
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