Nei giorni scorsi: passi veloci nei corridoi, squilli di telefoni, porte girevoli, colloqui, faccia a faccia, videochiamate. Ora, però, a Zingonia la dirigenza dell’Atalanta è entrata in conclave. Nelle prossime ore - al più tardi entro il weekend, come vi abbiamo spiegato - è infatti attesa la fumata bianca per l’allenatore che prenderà il posto di Gian Piero Gasperini sulla panchina della Dea.

I papabili (tutti già contattati) sono tre: Raffaele Palladino, Thiago Motta e Ivan Juric. Il primo, ormai lo raccontiamo da giorni, è stato sin dall’inizio in cima alla lista dei desideri della famiglia Percassi. Il tecnico campano piace per le idee di calcio (vicine a quelle di Gasp) e per i risultati ottenuti a Monza e Firenze, ma anche per il modo in cui gestisce la comunicazione: Palladino è uno che sa stare davanti a microfoni e telecamere, e questo, in un club che ormai vive ogni stagione sotto i riflettori europei, conta eccome. Thiago Motta, invece, è tornato in orbita di recente. La sua è una figura che divide: personalità, visione tattica, curriculum in crescita, sì. Ma è ancora libero perché le big italiane, alla fine, hanno fatto altre scelte. Reduce da un esonero amaro alla Juventus, resta comunque un nome che stuzzica (molto) la dirigenza della Dea e, soprattutto, la tifoseria. Quest’ultimo un dettaglio non di poco conto.

E poi c’è Ivan Juric. Un nome avanzato dal diesse Tony D’Amico (lo conosce bene e lo stima), che oggi, ricordiamo, è chiamato - insieme ai Percassi e a Steve Pagliuca - a prendere una decisione pesantissima (forse la più difficile della storia della Dea). Ma quella di Juric è una candidatura che, al netto della stima interna, ha acceso poco la piazza. Lo si è visto subito: la notizia rilanciata da Sky Sport ha infatti raccolto più freddezza che entusiasmo tra i tifosi nerazzurri (di certo, l’ultima esperienza in Premier League, finita con un ultimo posto al Southampton e appena 12 punti in classifica, non gioca a suo favore).

Detto questo, ribadiamo, la società si è presa qualche giorno per la decisione finale: nessuna corsa, nessun annuncio forzato. D’altronde, Luca Percassi e D’Amico lo sanno benissimo: una scelta sbagliata rischia di inceppare il meccanismo che ha reso l’Atalanta un modello riconosciuto. Quella giusta, invece, può dare continuità e rilanciare un progetto che oggi non è più da costruire, ma da raccogliere, difendere e migliorare. Ora, dunque, non resta che attendere - con pazienza - la decisione finale che metterà fine alla lunga attesa e aprirà ufficialmente una nuova era in casa Atalanta. Poi, come sempre accade, sarà il campo a prendere la parola e a dare il suo verdetto.

Sezione: News / Data: Gio 05 giugno 2025 alle 08:32
Autore: Nicholas Reitano / Twitter: @NicoReitano
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