“Cosa mi aspetto dall’Atalanta e cosa temo? Non lo so. Ho visto la finale di Europa League nel 2024, poi di loro partite non ne ho più viste”. Così parlava Alejandro Garnacho alla vigilia della sfida contro i nerazzurri. Parole che, a certi livelli, sarebbe meglio pesare: un minimo di prudenza non guasterebbe, soprattutto per un giocatore che in Champions League conta appena undici presenze e che una finale di Europa League l’ha vissuta senza scendere in campo.

E la risposta è arrivata subito dal campo: l’Atalanta ha vinto in rimonta la partita e lo ha lasciato ai margini del gioco, trasformando quelle dichiarazioni in una lezione non solo sportiva ma anche comunicativa. Alla vigilia, l’ammissione di non aver più seguito la Dea dai tempi della finale di Dublino era sembrata una leggerezza più che un atto di sicurezza: un’uscita sincera, certo, ma rischiosa quando si affronta una squadra solida e riconoscibile come l’Atalanta. In questo senso, l’episodio può diventare per Garnacho un passaggio utile, un promemoria su quanto contino anche le parole quando si prepara una sfida di alto, altissimo, livello.

È il campo, alla fine, a dare contesto alle parole della vigilia. E come ha sintetizzato Charles De Ketelaere a Sky Sport, autore di gol e assist, “Garnacho ora saprà chi siamo, ci conoscerà meglio”. Una frase che racconta l’essenziale: l’Atalanta ha fornito le risposte che servivano.

Sezione: News / Data: Mer 10 dicembre 2025 alle 20:56
Autore: Redazione
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