Contro l’Inter è stata una bella Atalanta? A tratti. È stata una brutta Atalanta? Tutt’altro. Ma oltre all’amaro in bocca per una sconfitta che si poteva evitare restano anche alcune riflessioni impossibili da non fare.

Prima, però, c’è da sgomberare subito il campo da ogni possibile dubbio. Non si è trattato di una sconfitta di sistema, ma causata dagli errori dei singoli. Dopo la sofferenza del primo tempo, peraltro legittima contro la squadra più forte del campionato, la Dea ha fatto il suo in una ripresa aperta e combattuta. A risultare decisivi sono stati due episodi. L’errore di Djimsiti, che ha regalato a Lautaro il colpo del ko, e quello di Samardzic, che ha clamorosamente sprecato il pallone del pareggio allo scadere.

Oltre a questo, cosa resta? Tre criticità, non nuove, ma sempre più evidenti. In ordine crescente: la necessità di un attaccante, l’assenza di imprevedibilità, la leggerezza sugli esterni. Scamacca è una certezza, ma dietro di lui c’è il deserto. Krstovic, alla quarta panchina con Palladino, è ormai un caso e serve, per forza di cose, qualcuno che dia respiro al bomber romano.

Quando manca Lookman, invece, l’Atalanta perde sempre imprevedibilità. Un fattore fondamentale con squadre basse e chiuse o, come nel caso dell’Inter, con difese solide. Le alternative, al momento, non sono all’altezza: l’indecifrabile Samardzic, l’impalpabile Sulemana, l’acerbo Maldini. C’è, infine, il tema meno dibattuto, ma forse più importante, quello degli esterni. Complici gli infortuni, ma non soltanto per quello, un mancino, possibilmente di qualità, è sempre più necessario. Il mercato è alle porte, qualcosa si potrà fare.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 14:03
Autore: Gianluca Pirovano
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