Seppur non esistano partite facili per l’Atalanta, considerando che all’U-Power Stadium il clima sia stato particolare per la scomparsa del giovane Riccardo Claris, la partita contro il Monza è stata normale amministrazione ai danni di una squadra retrocessa mentalmente e, dopo domenica pomeriggio, aritmeticamente. Quella stessa aritmetica che ora il gruppo di Gian Piero Gasperini dovrà affidarsi per centrare la quinta Champions League della sua storia: particolare, considerando che supererebbe le partecipazioni in Coppa dei Campioni della Fiorentina (squadra ad oggi scavalcata proprio dalla Dea quando si sente parlare delle cosiddette sette sorelle).

Ritorna Charles De Keteleaere con una doppietta dopo 4 mesi d’astinenza. Lo “Scottie Pippen atalantino” che aveva perso dalla gara contro il Brugge il talento in puro stile Space Jam per poi sottolineare una consapevolezza: il “Carletto” che a Monza ha replicato il suo omonimo ferrarista l’anno scorso rimane sempre un grande giocatore, ma solo se è lui il primo ad esserne consapevole, reagendo nei momenti di difficoltà.

Da Pippen a Kobe, da De Ketelaere a Lookman. Certo, il caro Mola sarà anche stato nell’ultimo periodo una sorta di Tazmania che s’ingarbugliava nell’estetica piuttosto che nella concretezza, ma al netto di tutte quelle opinioni della critica (più di pancia che di testa) che lo etichettavano come un sopravvalutato solo perché a fine anno (forse) lascerà l’Atalanta, le certezze dicono altro: Ademola rimane sempre un fuoriclasse che tra alti e bassi è sempre il motore offensivo della squadra.

Nel mezzo anche due pedine che continuano a cercare il loro posto al sole seppur le lodi non manchino. Mateo Retegui vuole il 25esimo sigillo per superare Super Pippo, oltre che ad una partita da vero lottatore facendo reparto da solo; Carnesecchi invece aspetta la chiamata della Nazionale seppur l’azzurro sia la ciliegina sopra una torta (nerazzurra) che Marco sta cucinando, diventando uno dei portieri più forti che il vivaio atalantino abbia mai sfornato.

L’aritmetica che sottolinea quanto la Dea abbia il secondo miglior attacco (71) e la seconda miglior difesa (31), seppur il reparto arretrato sia per certi versi ballerino, e l’assenza di Hien (aspettando novità su Kossounou) richiederà a Gasperini un riadattamento importante per chiudere ogni discorso, e se per addizioni e moltiplicazioni cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, vale lo stesso discorso per l’Atalanta: numeri o non, conta solo vincere, aspettando di raggiungere quei 3 (vincendo contro la Roma) o 5 punti per la fumata bianca.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Filippo Davide Di Santo
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