Non ci si abitua mai, seppur la sorpresa sia diventata realtà e ora normalità. Tutti la danno per spacciata, e intanto Bergamo rimane sempre alta, anzi, altissima in Italia (citando Gasperini: "Fastidiosa per le altre") e soprattutto in Europa. L'Atalanta Bergamasca Calcio si è qualificata per la quinta volta nella sua storia in Champions League, nel modo più significativo possibile: lottando, reagendo nei momenti difficili, con quella mentalità vincente che l’ha sempre contraddistinta. Ha vinto chi ci ha creduto di più: è questo che rende una squadra davvero grande.

Certo, contro la Roma non è stata una partita facile. L’avversario era ostico e la posta in palio altissima: quegli stessi giallorossi che nel 2017 spalancarono (metaforicamente) le porte dell’alta classifica a un’Atalanta allora ancora provinciale; oggi invece rappresentavano l’ultimo ostacolo per la Champions League, nonostante la Dea sia stata stabilmente tra le prime tre della classifica. Una classifica corta, pericolosa, dove per un momento erano tornati i fantasmi del 2021-2022.

Per fortuna a scacciare quei fantasmi ci pensano i fatti. Ghostbusters in maglia nerazzurra che, quando vogliono, dimostrano di essere forti. Tanto forti. Ademola Lookman segna il quindicesimo gol in campionato, risultando il miglior giocatore della rosa; "Carletto" ingrana e trascina anche in attacco, servendo l’assist per il caro Mola. Poi pareggia Cristante, e i nerazzurri, per un momento, sembrano fare i "Prost" della situazione, amministrando (o almeno smettendo di attaccare con la stessa intensità).

Ma poi ci si ricorda che l’Atalanta di Gasperini è un vero e proprio Ayrton Senna calcistico, e fa piazza pulita. Bellanova e Zappacosta corrono; De Roon ed Ederson sono decisivi nella ripresa; Kossounou, incerto con i piedi ma bravo in fase difensiva; Carnesecchi, dinamico su ogni attacco romanista; Retegui, vecchio cuore che lotta davanti; e infine arriva Sulemana che, in puro stile Tramezzani (proprio contro la Roma, ma nel 2003), libera un siluro che vale la freccia per la matematica: Champions League e terzo posto.

Un successo di tutti, com’è giusto che sia. All’Atalanta si vince insieme e si perde insieme. Un grande allenatore, una grande società, una grande squadra, una grande piazza. Futuro? Ci penseremo a tempo debito. Ora conta solo festeggiare: l’ABC del duro lavoro ripagato.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 13 maggio 2025 alle 00:20
Autore: Filippo Davide Di Santo
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