Alessandro Bastoni, difensore dell'Inter e della nazionale cresciuto nell'Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali di Panini Italia. Tanti i temi toccati, compresa l'importanza del settore giovanile nerazzurro e di Mino Favini nella sua crescita e nella sua carriera. 

SUGLI INIZI - "Sono nato in un paesino della provincia di Cremona e ho fatto tutto il settore giovanile dell'Atalanta. Abitavo a 150km di distanza e ricordo tutte le volte che mio padre mi accompagnava su e giù, era totalmente dipendente dal calcio e mi ha attaccato questa passione. Quando sei piccolo, il calcio per te rappresenta tutto: io passavo le giornate a guardare le partite, sperando di essere un giorno protagonista. Ci sono stati momenti in cui pensi di non farcela più, ma non bisogna mollare. Ai tempi delle giovanili dell'Atalanta, ci sono stati interi mesi in cui non giocavo, e mi ero stancato di fare 150km al giorno. Mio padre, però, è stato decisivo e glielo devo". 

SUL SETTORE GIOVANILE DELL'ATALANTA E SU MINO FAVINI - "mino Favini? È stato decisivo, così come il percorso fatto nel vivaio dell'Atalanta, il migliore d'Italia e forse d'Europa. Non guardavano la stazza fisica, ma soprattutto il lato umano". 

SULL'ESORDIO DA PROFESSIONISTA - "Era la classica partita in cui è più facile far esordire un giovane (contro il Pescara in Coppa Italia, ndr), è stata una grandissima emozione, ma il vero esordio lo considero quello contro la Sampdoria, quando successe una cosa nello spogliatoio e allora Gasperini lanciò me e Melegoni da titolari. Era il primo anno in cui l'Atalanta riuscì ad andare in Europa dopo tantissimo tempo: fu totalmente inaspettato, ma la mia forza è stata farmi trovare pronto e non sentire molto la pressione". 

Sezione: News / Data: Lun 22 dicembre 2025 alle 19:48
Autore: Redazione
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