L'Atalanta sbatte contro il Lecce e conferma la sua scarsa vena interna in questo 2025. Contro i salentini, in una gara giocata in un clima surreale dopo la tragica morte in ritiro del fisioterapista dei salentini Graziano Fiorita, finisce 1-1. Vantaggio ospite su rigore causato da un fallo di mano di Hien e trasformato da Karlsson, pareggio nerazzurro sempre dal dischetto con Retegui, che raggiunge quota 24 in Serie A, come Pippo Inzaghi nella stagione 1996/97 (nessuno come loro nella storia nerazzurra).
Il primo tempo - Nell’assordante silenzio del Gewiss Stadium, Gasperini schiera la Dea con il 3-4-1-2. In porta c’è Carnesecchi, in difesa torna dal primo minuto Kossounou con Hien e Djimisit. Centrocampo con Bellanova, De Roon, Ederson e Zappacosta. Dietro a Retegui e Lookman c’è Pasalic. Il Lecce, che deve fare a meno degli squalificati Krstovic e Berisha, risponde con l’abituale 4-3-3 in cui è Rebic il riferimento avanzato. La Dea inizia con un buon piglio, affacciandosi diverse volte dalle parti di Falcone, anche senza creare occasioni pulite. Poco dopo il quarto d’ora, gioco interrotto per un fitto lancio di fumogeni dalla Curva Nord, in segno di protesta contro la decisione di giocare. Al 24’ è il Lecce a creare la prima vera occasione da gol: Coulibaly, ben imbeccato da Rebic, si presenta tutto solo davanti a Carnesecchi, che risponde alla grande di piede, deviando in angolo. Al 26’ sono ancora i salentini a battere un colpo: Carnesecchi anticipa in uscita Rebic. La palla arriva sulla trequarti a Karlsson, che prova il gran gol, ma il portiere della Dea ritrova la posizione e smanaccia in corner. Il gioco, però, si ferma per un lungo check al Var, che individua un fallo di mano di Hien sull’azione precedente e assegna il rigore ai giallorossi. Se ne incarica lo stesso Karlsson, che sceglie la soluzione centrale e firma il vantaggio ospite. Al 35’ girata mancina di prima intenzione di Pasalic, a cui Falcone risponde in volo. L’Atalanta assedia il Lecce nella sua metà campo, ma fatica a trovare la via del gol. Nel terzo dei quattro di recupero ci prova Lookman, che incrocia il mancino: Falcone risponde in spaccata. Si va così all’intervallo con i giallorossi avanti di un gol.
Il secondo tempo - La ripresa si apre con un cambio nella Dea: out Bellanova, dentro Cuadrado. Lo spartito è quello atteso. L'Atalanta manovra, il Lecce attende senza scomporsi. La prima occasione della frazione ce l'hanno, però, proprio i salentini. Coulibaly arriva al limite e appoggia al centro per Pierotti, che tutto solo manda clamorosamente a lato. Al 59' entra Ruggeri al posto di Kossounou. Al 64' altro cambio nerazzurro: fuori Pasalic, al suo posto De Ketelaere. Al 68' l'Atalanta pareggia. Contatto Cuadrado-Karlsson, che per l'arbitro vale il rigore: dal dischetto si presenta Retegui. Soluzione centrale, identica a quella salentina del primo tempo, che vale l'1-1 e lo storico aggancio a Pippo Inzaghi a quota 24 gol stagionali con la maglia nerazzurra. Giampaolo cambia subito: esce Karlsson, entra Helgason. Al 71' Retegui sfiora la doppietta: crossa dalla sinistra di Zappacosta, incornata di Retegui che bacia il palo. Al 76’ esce Veiga, entra Pierotti. All’80’ finisce la partita di Retegui: al suo posto Maldini. Fuori anche Ederson, dentro Samardzic. All'85' doppio cambio giallorosso: escono Rebic e Pierret, entrano Burnete e Ramadani. I cambi non portano la ventata di freschezza sperata. La Dea sbatte contro la solida e attenta difesa leccese, che limita al minimo le occasioni. Finisce così 1-1: per sigillare la Champions League serve qualcosa in più.
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