Nel giorno che precede la sfida di Champions League tra Atalanta e Slavia Praga, a parlare in conferenza stampa - insieme al tecnico Ivan Juric - è stato Berat Djimsiti. Il difensore albanese ha raccontato come la squadra ha preparato la gara europea, soffermandosi anche sul ritorno degli infortunati, sulla solidità difensiva e sul suo ruolo da leader nello spogliatoio.

Cosa pensi dei recuperi dagli infortuni dei tuoi compagni? E di Scalvini invece?
Sono tornati alcuni giocatori che faranno bene alla squadra. Giorgio è già rientrato più volte e sono sicuro che anche questa volta tornerà più forte di prima.

Qual è il segreto della solidità difensiva che avete acquisito?
Si vede che tutti si impegnano per difendere il risultato. Da dietro si nota come lavorano gli attaccanti e come tutta la squadra corre per mantenere il vantaggio. È un segnale molto positivo.

Una partita di Champions come questa può insegnare qualcosa anche in campionato?
Giocare in Europa è diverso e impari molto dagli avversari. Anche nella partita di Parigi abbiamo tratto tanti spunti. Dopo una gara importante in Champions torni in campionato con qualcosa in più, soprattutto a livello di mentalità.

Che tipo di partita ti aspetti contro lo Slavia?
Sarà una gara tosta. In Champions ogni partita è difficile, e loro sono una squadra abituata a vincere nel proprio campionato. Dovremo impegnarci al massimo per conquistare i tre punti davanti al nostro pubblico.

Dalla tua esperienza con l’Albania, conosci diversi giocatori della Repubblica Ceca: chi ti preoccupa di più?
Sì, alcuni li conosco bene perché li ho affrontati in nazionale. La Repubblica Ceca ha ottimi giocatori, ma quello che mi è rimasto più impresso è il loro attaccante: è molto alto, fisico e forte in area di rigore. Dovremo prestare molta attenzione a lui.

Come vivi il passaggio tra nazionale e Atalanta?
Ormai mi sono abituato a cambiare contesto, staccare e resettare per la partita successiva. La cosa più importante è essere pronti mentalmente, perché la mentalità fa davvero la differenza.

Cosa pensi di Ahanor?
La differenza d’età è grande, ma in campo non si nota: gioca come un esperto. È impressionante pensare che abbia solo 17 anni e riesca già a dare tutto ad altissimo livello. Negli allenamenti si vede quanto talento abbia, e spero che continui a crescere così.

Come vivi questo ruolo da veterano nello spogliatoio?
Sulla carta sono uno dei veterani della squadra, ma ciò che conta è sentirsi ancora affamato. Ho la stessa voglia di quando ero più giovane: voglio sempre migliorare e dare il massimo, anche a 32 anni.

Sezione: News / Data: Mar 21 ottobre 2025 alle 21:22
Autore: Marco Novali / Twitter: @novali_marco
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