La prima delle due sfide più delicate è ormai alle spalle, e mister Ivan Juric può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Uno di quelli lunghi, liberatori. Perché, al di là delle parole di rito e delle rassicurazioni provenienti dai vertici di Zingonia, la vigilia della trasferta di Marsiglia non era affatto serena. Poi ci ha pensato Lazar Samardzic - ancora lui, ancora in Champions - a “salvare” la settimana della Dea al ’90 con una prodezza da vero numero 10.

La situazione alla vigilia, dicevamo, non era delle più rosee: una vittoria che mancava da oltre un mese, prestazioni altalenanti, qualche parola di troppo, poca incisività in avanti. La vittoria del Velodrome è arrivata come una boccata d’aria, utile a tamponare un momento complicato e restituire fiducia a un gruppo che sembrava in fase di smarrimento.

Ma, citando il grande Kobe Bryant, “job’s not finished”. Il lavoro non è finito. Anzi, ricomincia subito: domenica, infatti, all’Arena arriva il Sassuolo di Fabio Grosso, in un match che va ben oltre i tre punti. Chiamarlo spartiacque, probabilmente, è persino riduttivo. L’Atalanta è ferma a 13 punti, e la zona Champions League - l’obiettivo dichiarato - dista già otto lunghezze. Tante. Troppe.

Perdere ancora terreno, soprattutto contro una neopromossa dopo i pareggi con Pisa e Cremonese, sarebbe un passo falso pesante, quasi imperdonabile. Servono punti, servono certezze. Serve - banalmente ma realmente - vincere. Perché solo vincendo la Dea potrà passare una sosta serena, riaccendere convinzioni nella piazza e rimettersi pienamente in corsa. Per non perdere di vista il treno Europa, che viaggia veloce e non aspetta nessuno.

Sezione: Primo piano / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 23:36
Autore: Nicholas Reitano / Twitter: @NicoReitano
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