Antonio Cassano, ospite di “Viva el fútbol”, ha commentato l’esonero di Ivan Juric partendo da un punto chiaro: per lui il problema non è stato solo il rendimento del tecnico, ma soprattutto la scelta fatta a monte. Da qui la sua premessa: “Ho sempre detto che all’Atalanta ci sarebbe stato un prima e un dopo Gasperini. Dopo uno così, io avrei fatto un’altra scelta: di certo non quella di prendere Juric per proseguire quel tipo di lavoro, perché quello che ha fatto Gasp è stato unico”. Un giudizio che lo ha portato direttamente a parlare della società.

Secondo Cassano, infatti, l’errore nasce già nella costruzione della decisione: “La cosa peggiore, secondo me, l’ha fatta la proprietà. A quanto pare ha dato un mandato forte al ds D’Amico, che conosceva già Juric dai tempi di Verona e ha avuto piena libertà di scelta. Con il croato c’era un rapporto preesistente e, in più, hanno lo stesso procuratore, Beppe Riso, molto influente sul mercato. Da questo intreccio è nata la decisione”.

Chiarito il contesto, l’ex fantasista è poi passato al lavoro del tecnico: “Io non dimentico l’ultimo anno e mezzo di Juric: ha fatto un disastro a Roma, ha avuto il peggior score di sempre in Premier League al Southampton e poi ha avuto l’opportunità di allenare una delle squadre in maggior crescita al mondo, l’Atalanta di Gasperini… e ha fatto un altro disastro. Questo significa che non è un allenatore adatto a certi tipi di squadre e a un certo livello”.

E, dopo aver spiegato sia il quadro societario sia quello tecnico, Cassano ha tirato le somme: “Il disastro è colpa dell’allenatore? Assolutamente sì. Ma anche di chi lo ha portato, cioè il direttore sportivo D’Amico, e della proprietà che ha avallato quella scelta. Hanno fatto un autogol clamoroso”.

Sezione: Primo piano / Data: Gio 13 novembre 2025 alle 08:19
Autore: Redazione
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