Il comunicato diffuso da Ademola Lookman sui propri canali social - con accuse velate, appelli al senso di giustizia e una richiesta ufficiale di trasferimento - appare per quello che è, ossia una mossa costruita a tavolino per destabilizzare l’ambiente e forzare la mano all’Atalanta. Una scelta legittima, certo, ma strategica. E probabilmente, ipotizziamo noi, ispirata più dagli agenti che dal calciatore stesso.

Sia chiaro, il diritto di chiedere la cessione, di andarsene via, appartiene a ogni professionista, ma da qui a pretendere che la società sia obbligata ad accettarla ce ne passa. Lookman deve capirlo. Perché in questo caso la posizione del club è cristallina: Ademola ha un contratto valido fino al 2027 e l’Atalanta non ha alcun vincolo né dovere legale di cedere il giocatore, né tantomeno è tenuta a fissarne un prezzo, come invece qualcuno vorrebbe far credere. L’Inter deve capirlo.

Ricordiamo, poi, che non esiste una clausola rescissoria, né un accordo economico che imponga una cessione a determinate condizioni. C’è solo un patto di correttezza: l’Atalanta ha promesso di valutare eventuali offerte, come quella dell’Inter da 42 milioni più 3 di bonus. Ma valutare non significa accettare. E oggi, la Dea ha scelto di dire no.

A chiarire tutto questo, del resto, ci aveva già pensato giorni fa Luca Percassi, con parole tanto brevi quanto eloquenti: l’Atalanta ascolta le proposte, ma decide in piena autonomia. Se mai ci sarà una trattativa reale, sarà alle condizioni della società. I 50 milioni circolati di recente sembrano oggi persino una base al ribasso. Per una cifra inferiore, l’uscita non verrà nemmeno presa in considerazione. La volontà del giocatore ha un peso, certo, ma la decisione finale spetta solo ed esclusivamente al club. E finché il contesto non cambierà, Lookman resterà un tesserato dell’Atalanta. Comunicati o meno. E l’Inter e Lookman lo “devono capire”.

Sezione: Primo piano / Data: Dom 03 agosto 2025 alle 20:38
Autore: Nicholas Reitano
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