L'Atalanta non era scarsa dopo la pesante sconfitta di Parigi e non è diventata una macchina da guerra dopo la convincente vittoria di Torino. È una squadra che esce da un ciclo storico e dalla gestione tecnica che ha stravolto la sua ultracentenaria storia. E, com'è naturale, sta pian piano costruendo la sua nuova identità, facendo i conti, in maniera altrettanto naturale, con alti e bassi. Il 3-0 dell'Olimpico-Grande Torino ha, tra le altre cose, reso evidente un aspetto importante: questa Dea, in questo momento della stagione, non può stare senza Lazar Samardzic

Il serbo ha sfruttato al meglio l'occasione offertagli dal destino, sotto forma dell'infortunio di Charles De Ketelaere, che gli ha permesso di partire dal primo minuto per la prima volta dal 17 maggio scorso, quando giocò 90 minuti nella trasferta di Marassi contro il Genoa. In campo col Toro Laki ha messo tutte le sue migliori caratteristiche: estro, fantasia, tecnica. È mancato soltanto il gol, ma è poco più che un dettaglio. 

E adesso? Adesso serve garantirgli continuità e, soprattutto, fiducia. Anche perché, è giusto dirlo, Samardzic, nelle gerarchie, non può venire dopo Kamaldeen e soprattutto Daniel MaldiniLo ha sottolineato, giustamente, anche il suo ex allenatore all'Udinese, Gabriele Cioffi, in una recente intervista: "A Bergamo non ha mai sentito piena fiducia. Io penso che saprà sfruttare le prossime occasioni che gli verranno date e che potrà diventare un giocatore importante per l’Atalanta per due semplici motivi: primo, perché è un talento vero, capace di vedere giocate che in pochi vedono, e poi perché è un ragazzo speciale, pulito, un grande lavoratore". 

In questo nuovo corso nerazzurro la Dea ha già dimostrato un'importante solidità difensiva. Per crescere ancora serve, invece, trovare imprevedibilità ed efficacia offensiva. I numeri per il momento dicono che, persi i gol di Retegui, l'Atalanta è tornata una "cooperativa del gol", con 9 reti all'attivo, messe a segno da 7 calciatori diversi. Anche per questo Samardzic può diventare decisivo. Nel suo mancino ha gli assist e le giocate che possono cambiare una partita. E solo così potrà, finalmente, diventare il giocatore che Bergamo attende con ansia fin dal suo arrivo e di cui, per il momento, si è visto solo qualche timido lampo. 

Sezione: Primo piano / Data: Lun 22 settembre 2025 alle 18:59
Autore: Gianluca Pirovano
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