Sono ore frenetiche in Serie A per il futuro di diverse panchine dei top club del campionato italiano, tra cui anche quella dell'Atalanta, che si intreccia inevitabilmente con le decisioni di Gian Piero Gasperini. In merito al tema, abbiamo fatto due chiacchiere con Xavier Jacobelli, illustre firma del Corriere dello Sport, Tuttosport e commentatore di Rai Sport.
- Xavier, un’opinione sulla situazione che si è creata intorno al nome di Gian Piero Gasperini, tra addio all’Atalanta, grande interesse della Roma e magari di qualche altra squadra sullo sfondo, in un momento di grande incertezza per molte panchine della Serie A...
“Premessa fondamentale e doverosa è che sin dall'inizio era stato improprio parlare di rinnovo del contratto, perché in realtà il contratto era stato rinnovato lo scorso anno, fino al 30 giugno 2026 e adesso l'Atalanta, come sappiamo, ha proposto a Gasperini il prolungamento dello stesso contratto, fino al 30 giugno 2027. E questo è il dato di partenza, per capire che cosa? Per capire che la posizione della società è ineccepibile, perché di fronte alla proposta di prolungare il rapporto meraviglioso che è stato instaurato in questi nove anni, perché nella stessa misura in cui i meriti di Gasperini sono eccezionali, eccezionale è il fatto che la società in questi anni sia cresciuta di pari passo con i grandi risultati ottenuti sul campo. Perché noi stiamo parlando di un club che il 30 giugno chiuderà per la decima volta consecutiva il bilancio in utile, che ha investito 100 milioni di euro per il nuovo Gewiss Stadium, che è un fiore all'occhiello, con tanti investimenti corposi a Zingonia.
Insomma, noi abbiamo avuto la prova in questo periodo, di pari passo con i risultati strepitosi della prima squadra, quinta volta in Champions League negli ultimi sette anni, quarto terzo posto, tre finali di Coppa Italia, tre campagne di Europa League, anche i risultati della seconda squadra, dell'Under-23, perché noi stiamo parlando di una formazione che è nata soltanto due anni fa e che in questi due anni, i primi due anni di vita, si è qualificata ed è arrivata nei playoff nazionali della Serie C. Quindi, ciò detto, è chiaro che il pallone sia nella metà campo, per usare la metafora calcistica, di Gasperini. Tocca a lui decidere, perché le condizioni per andare avanti ci sono eccome.
Perché c'è un ambiente, credo che lui stesso più volte lo ha rimarcato, che a Bergamo è unico per un allenatore. C'è una società molto solida, una tifoseria appassionata, che durante la partita con il Parma una volta di più ha ribadito quanto stimi e quanto apprezzi l'allenatore. Ci sono strutture di eccellenza a livello europeo. C'è una Champions League che già busserà alle porte il 28 di agosto a Montecarlo con il sorteggio della fase a Girone Unico. Tocca a lui, ma è ovvio che ognuno poi sceglie sulla base di ciò che ritiene più opportuno in assoluta autonomia. Ma a me risulta che l'incontro di ieri a Zingonia sia stato caratterizzato da una grande armonia delle parti. Nel senso che la società ha detto, caro mister, questa è la nostra proposta. È ovvio che gliela abbiamo formulata perché noi teniamo a lei e a continuare il rapporto. Ora tocca a Gasperini valutare.
Sappiamo dell'interessamento della Roma, che ha proposto un contratto di 3 anni sulla base di 5 milioni di euro nella stagione. Ma non credo che la scelta di Gasperini, qualunque essa sia e qualunque essa sarà, sia dettata da motivazioni pecuniarie. Perché è ovvio che essere uno dei primi tre allenatori meglio pagati in Serie A gli consente di valutare la situazione e le eventuali offerte con la massima verità. E non certo la sua scelta sarà dettata solo da considerazioni di carattere pecuniario. È una situazione molto fluida, perché non è detto che vada alla Roma. Ciò che risulta è che entro comunque la fine del mese, cioè entro la finale di Monaco, in un modo o nell'altro la situazione si chiarirà. Anche perché sappiamo benissimo come il mercato si comincia a fare adesso e non il primo di luglio. Anzi, le grandi manovre sono iniziate da tanto tempo. Questa è la situazione allo stato attuale. Poi l'esperienza mi insegna che non si fa giorno per giorno, nemmeno ora per ora, ma minuto per minuto. Chi ci sarebbe mai aspettato, per esempio, a tenerci alla cronaca di questi minuti, che Palladino si sarebbe dimesso dalla Fiorentina?”.
- Come vedresti Palladino sulla panchina dell'Atalanta? Quale nome potrebbe essere quello giusto per sostituire una figura come Gian Piero Gasperini?
“Personalmente mi piacerebbe molto che Sarri tornasse nella mischia, perché è un grande allenatore. Peraltro è l'allenatore che ha firmato l'ultimo scudetto della Juventus nel 2020 e poi ha vinto le Europa League con il Chelsea. Dopodiché aveva fatto molto bene anche alla guida della Lazio. Poi ci sono stati altri motivi, anche di carattere familiare, che le avevano portato alla separazione con il club biancoceleste. Sarri è un valore aggiunto nel calcio italiano. Lo stesso Palladino ha fatto molto bene a Firenze. Comunque ha riportato la Fiorentina in Europa, in Conference. Però fare previsioni in questo momento è talmente aleatorio. Perché sappiamo bene del Napoli, sembrava che ieri mattina fosse l'ultimo giorno di Conte a Napoli e poi c'è stato l'incontro con De Laurentiis a Roma e c'è stato il rimescolamento delle carte. Tant'è vero che Allegri è in attesa e il Milan si è rifatto sotto. La Juventus stessa aspetta di sapere che cosa intende fare Conte. Perché sappiamo bene quale sia la prima scelta bianconera nel caso in cui Conte si liberasse. Insomma, c'è la stessa Inter che si prepara a giocare la finale di Champions League, ma sappiamo bene quanto l’Al-Hilal abbia messo sul piatto 50 milioni di euro per Simone Inzaghi. Quest’anno il toto-allenatore è particolarmente interessante”.
- Che forza ha la società bergamasca?
“Ma per quanto riguarda l'Atalanta una certezza c’è, ovvero la solidità assoluta della società. Perché io comprendo lo spirito delle parole di Gasperini, quando in calce all'ultima partita ha affermato ‘Non so se noi potremo essere all'altezza di questa stagione anche nella prossima'. Bisognerà vedere quali saranno le mosse di mercato, ma intanto la storia dell'Atalanta, la storia di questi nove anni, ci ha raccontato come anche in caso di cessioni eccellenti i sostituti siano stati all'altezza della situazione. Ma qualcuno parla ancora di Koopmeiners? Eppure ad agosto con quel tira e molla, sembrava che partendo Koopmeiners, che peraltro non vuole nemmeno giocare la finale di Supercoppa Europea, ma questo è un altro discorso, il centrocampo dell'Atalanta si sarebbe sfaldato.
A Scamacca salta il crociato e in meno di 72 ore l'Atalanta si presenta nella sede del Genoa con Luca Percassi e Tony D'Amico, che mette sul piatto 22 milioni di euro più 3 milioni di bonus per Retegui, che segna 25 gol in campionato, batte un record che esisteva da 28 anni firmato da Filippo Inzaghi e segna altri 3 gol in Champions League e 2 in Nazionale. Totale 30 gol in questa stagione. Alla sua prima stagione a Bergamo. Così come elementi chiave come Kossounou, Maldini stesso ha fatto 3 gol nelle ultime due partite, impiegato nel suo ruolo naturale che è quello di attaccante esterno. Sulemana è un altro giocatore molto giovane che si è affacciato bene nel finale di stagione. Vedremo poi se arriveranno offerte irrinunciabili per Lookman, piuttosto che per Ederson.
Vedremo perché il mercato ci ha abituato a colpi di scena, a offerte irrinunciabili perché quando tu per esempio prendi Koopmeiners e lo paghi 15 milioni, per poi rivenderlo a 60, non sentendone la mancanza, certifica la sagacia di gestione dell'Atalanta, che è proprio la certezza assoluta. E' chiaro che i tifosi atalantini desidererebbero che Gasperini, che ha 67 anni, allenasse l'Atalanta per altri 9 anni almeno ma dipende, la scelta è di Gasperini e qualunque sia dovrà essere rispettata, ma l’Atalanta non ha nulla da rimproverarsi”.
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