È un Gian Piero Gasperini a tutto campo quello che si è raccontato in una lunga intervista al Corriere dello Sport. L'ex tecnico dell'Atalanta, oggi alla Roma, ha parlato del suo addio a Bergamo, toccando diversi temi, dalla crescita del club alle accuse di doping. Vediamo i passaggi più interessanti.
SULL'ADDIO - "Ha iniziato lui (Ranieri, ndr) a contattarmi un bel po’ di tempo prima. Non so se fosse dicembre. Era ancora tutto nella fase embrionale. Io non sapevo cosa avrei fatto a giugno... Avevo intuito che sarebbe stato l’ultimo anno a Bergamo. Un anno prima parlai col Napoli ma dopo l'Europa League avevo la sensazione che sarei potuto anche andare oltre con l'Atalanta perché la squadra era forte. E invece l'ultimo anno è stato il più tribolato sul piano dei rapporti. Ero il più esposto, dell’Atalanta chi riconoscevi? La proprietà non ama esporsi, i dirigenti anche. Alla fine arrivavo io e trovavo un plotone d’esecuzione".
SUL DOPING - "Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre... Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso".
SUI SUCCESSI DELLA DEA - "Credo che una città di centoventimila abitanti desse fastidio là in alto. Bergamo è sicuramente una bella provincia, ma è grande come mezza Garbatella. È come se uno di questi popolosi quartieri di Roma giocasse in Europa contro Real Madrid, Barcellona, City, Psg, inglesi, tedeschi, francesi e tutto sommato in Europa andava ancora bene perché l’apprezzamento era palpabile. In Italia invece abbiamo cominciato a dare fastidio. L’Atalanta ha tolto tanto a tanti e quindi era naturale che fosse accompagnata da antipatie diffuse".
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