Una leggenda dell'Atalanta si è raccontata alla Gazzetta dello Sport. Angelo Domenghini è un nome che rimarrà indelebile nella storia della Dea, soprattutto in quella della stagione 1962/1963: 2 giugno 1963, stadio San Siro, Atalanta-Torino 3-1, tripletta di un'ala veloce e con il fiuto del gol, tripletta di Angelo Domenghini. Quel giorno l'Atalanta vinse la sua prima (ed unica) Coppa Italia nella storia del club. Domenghini è nato a Lallio, in provincia di Bergamo, il 25 agosto 1941. Tra i tanti temi affrontati durante l'intervista rilasciata, non è certamente mancato qualche riferimento al suo passato bergamasco, con la maglia neroblù. 

Com'è arrivato all'Atalanta?
"Vicino all'oratorio della chiesa c'era un campetto, giocavo lì. Poi arrivavano i più grandi, quelli che lavoravano e ci mandavano via. Poi una sera sono andato a fare un torneo a sette a Verdello e un prete mi disse: 'Tu vieni a giocare con noi in prima divisione'. L’allenatore era il dottor Brolis, lavorava alla Dalmine. Sono diventato giocatore senza fare il settore giovanile, senza imparare nulla. Centravanti, poi mezzala sinistra, poi destra. Il dottor Brolis mi ha venduto all’Atalanta per 200 mila lire, a me non davano niente. Solo le spese della corriera, Lallio-Bergamo e ritorno. Al mattino lavoravo in fabbrica, al pomeriggio mi allenavo. Volevo diventare giocatore professionista e non capivo. Pensavo: se mi fanno lavorare, vuol dire che non sono un vero calciatore. Un giorno il direttore della Magrini chiama un dirigente dell’Atalanta: “Che cosa facciamo con questo ragazzo? O lavora tutta la giornata o ve lo tenete a giocare”. Mi hanno tenuto".

L'esordio in Serie A con l'Atalanta. 
"A Udine, nel 1961. Valcareggi mi dà il 9. Prime stagioni poca roba, poi due anni buoni, la Coppa Italia. Battiamo il Torino 3 a 1 io faccio tutti e tre i gol". 

Sezione: News / Data: Gio 22 maggio 2025 alle 20:45
Autore: Christian Sgura
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