Si avvicina sempre di più la sfida tra Atalanta e Roma, in scena al Gewiss Stadium lunedì sera alle ore 20:45. Davide Bombardini, ex giocatore di entrambe le compagini, con 52 presenze in maglia neroblù dal 2005 al 2007 tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha parlato in una lunga intervista a derbyderbyderby.it proprio del match tra la Dea e i giallorossi, ma anche del futuro di Gian Piero Gasperini e del rendimento di Retegui.
Lunedì si gioca Atalanta-Roma. Che tipo di partita ti aspetti e chi parte favorito?
"Mi aspetto sicuramente una partita aperta, tra due squadre che scenderanno in campo per vincere. Tra le due, forse la Roma potrebbe guardare un po' di più al risultato: un pareggio potrebbe anche andarle bene. Però ci sono altri scontri diretti in questa giornata, quindi sarà fondamentale per entrambe. Se l'Atalanta vince, può chiudere definitivamente il discorso Champions. La Roma, invece, potrebbe ancora sperare e lottare fino alla fine. Sarà quindi una gara combattuta, ma allo stesso tempo anche un pareggio potrebbe far comodo ad entrambe. Conoscendo però l'atteggiamento di Gasperini, mi aspetto una partita giocata a viso aperto. Vedo leggermente favorita la Dea, soprattutto perchè gioca in casa e vincere a Bergamo è sempre difficile. Dico Atalanta perchè ha fatto un campionato di altissimo livello, da terza forza e merita la Champions".
Su chi punteresti per gli altri due slot disponibili per la Champions, oltre Inter e Napoli?
"La lotta si è riaperta: c'è l'Atalanta che continua a fare bene e poi il resto è molto incerto. Io vedo leggermente in vantaggio l'Atalanta e poi dico Juventus, anche se con Tudor non mi sembra sia cambiato molto rispetto a prima. Ci sono ancora tanti scontri diretti e tutto può succedere. Questa Atalanta-Roma può essere decisiva".
Se dovessi indicare un giocatore per parte tra Atalanta e Roma che ti ha colpito positivamente e uno che invece ti ha deluso, chi sceglieresti?
"Sicuramente Retegui. Non pensavo potesse arrivare a segnare così tanto, anche se va detto che il gioco di Gasperini lo favorisce molto. Certo, bisognerebbe vederlo anche in un contesto diverso per una controprova, ma portarlo a Bergamo si è rivelata una mossa davvero azzeccata. Per quanto riguarda la Roma dico invece Soulè. Sembra aver trovato la sua dimensione e sta dimostrando le sue qualità. Invece per quanto riguarda le delusioni, non mi sento di dire nomi perchè oggi si è sempre molto veloci nel giudicare: bastano quattro o cinque partite per etichettare un giocatore come scarso o inadatto ed è sbagliato. I calciatori hanno bisogno di tempo e continuità".
Come vedi le voci sull'addio di Gasperini da Bergamo a fine stagione? Il suo ciclo è davvero arrivato alla fine?
"Il mister, dopo tanti anni all'Atalanta, secondo me potrebbe anche restare. Però è anche comprensibile che, dopo aver fatto così tanto possa sentire il bisogno di cambiare aria. Detto questo, io credo che Gasperini possa ancora fare la differenza a Bergamo. In questi anni, lui è stato il principale artefice dei successi dell'Atalanta. La società l'ha sempre riconosciuto, rinnovandogli il contratto e assecondandolo nelle sue scelte. Ha avuto carta bianca e i risultati gli hanno dato ragione, l'Atalanta oggi è una sua creatura, una macchina che ha costruito e modellato nel tempo, fino a renderla quasi perfetta. Non parliamo di un miracolo, ma di un progetto tecnico-tattico solido e ben costruito".
Retegui ha vissuto una grandissima stagione. Te lo aspettavi così pronto per una realtà come l'Atalanta?
"Me lo aspettavo pronto, anche perché era già titolare in Nazionale, quindi parliamo di un giocatore con una certa esperienza internazionale. Va detto che l'Atalanta è stata brava a prenderlo subito dopo l'infortunio di Scamacca, anticipando le altre società. Mi aspettavo che potesse fare bene, ma non con questa esplosione. Ha avuto un impatto davvero importante e con Gasperini è cresciuto ulteriormente, perchè giocare in una squadra che lotta per i vertici e affronta anche le competizioni europee ti migliora, partita dopo partita. Il merito è di tutto l'ambiente: allenatore, compagni e piazza. È cresciuto grazie a un contesto perfetto. Ora è pronto anche per una grande squadra e parlo di Milan, Inter e Juventus. Anche se ormai l'Atalanta stessa è diventata una grande realtà, si sa, se arrivasse un'offerta importante, magari il doppio o il triplo di quanto è stato pagato, è normale che la società possa pensare alla cessione".
Hai giocato due stagioni nell'Atalanta, che ricordi hai di Bergamo?
"A Bergamo ho vissuto due anni bellissimi. Abbiamo vinto il campionato in Serie B e poi abbiamo fatto bene anche la stagione successiva in A. L'ambiente era fantastico, con tifosi caldi e appassionati, sembra quasi una piazza del sud per come vivono il calcio. Lo spogliatoio era splendido, un gruppo unito che rideva e scherzava sempre. Se non fosse stato per il Bologna, non sarei mai andato via dall'Atalanta. In quel periodo nello spogliatoio c'erano anche Cristiano Doni e Bobo Vieri, con cui avevo un rapporto bellissimo. Con Bobo, in particolare, siamo rimasti molto legati, mentre Cristiano lo sento meno. Parliamo di due giocatori che in Serie A hanno fatto la differenza e con loro tutto diventa più facile in campo".
Hai qualche aneddotto particolare legato alla tua esperienza a Bergamo?
"Mi ricordo un episodio divertentissimo con Colantuono: avevamo appena vinto il campionato di Serie B e gli feci un gavettone. Lui se la legò al dito. Si mise mezz'ora dietro la porta della mia camera a Zingonia, io appena entrai, abbassandomi, vidi le sue scarpe fuori e gli dicevo: 'Mister, lo so che sei lì, se non te ne vai non esco!' E lui mi rispose: 'Vabbè ti becco domani'. Il giorno dopo mi prese per il collo e mi riempì di pugni dietro la schiena, ridendo e dicendomi: 'Facevi il furbo ieri eh?' Era questo il tipo di rapporto che c'era nello spogliatoio, un ambiente bello, giocoso e sincero. Quegli anni a Bergamo sono stati davvero speciali".
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