Si è alzato il sipario sull'era di Gian Piero Gasperini alla Roma. Oggi, martedì 17 giugno, il tecnico di Grugliasco è stato presentato ufficialmente alla stampa al Centro Sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria. Vediamo i passaggi più interessanti. 

Sul rapporto coi Friedkin - "Ho parlato con Ranieri inizialmente, mi ha spiegato tutto quello che è successo in questi anni. I Friedkin hanno entusiasmo per la Roma, non so se traspare, ma ci spendono tanto tempo e sono ambiziosi. Hanno individuato in me la possibilità di costruire qualcosa, ci siamo confrontati e sappiamo le difficoltà sul mercato. La proprietà è forte, vuole investire in maniera sostenibile e riportare la Roma in alto". 

Sulla pressione dell'ambiente - "Tutti mi mettete in guardia, ma la pressione è anche forza. Vedo entusiasmo e voglia di raggiungere gli obiettivi. Tutto va incanalato nel modo migliore, se negli ultimi anni si hanno avuto delle difficoltà va corretto per rendere la Roma più competitiva. Se il Napoli ha vinto lo scudetto e il PSG è salito sul tetto d'Europa vuol dire che i risultati si possono fare. Per farli serve costruire nel modo giusto. Anche voi volete il meglio della Roma, se riusciamo a farlo siamo più forti". 

Sugli obiettivi stagionali - "Il massimo sarebbe la qualificazione in Champions, per lo scudetto è presto. Voglio rendere la squadra più forte, con giocatori internazionali e con un nocciolo duro nel gruppo. Questo ci porterà a trattare giocatori in futuro che ora non possiamo permetterci. Ora mi auspico questo, con una base solida nel gruppo, con giocatori anche giovani. Questa può essere la forza". 

Sull'interesse della Juventus - "C'è stato un inserimento della Juve? Sì, ma ho avuto la sensazione che la Roma fosse la scelta giusta per la mia carriere e per il mio modo di fare calcio. Questo è quello che cerco, di cui ho bisogno. Sono convinto di aver preso la scelta giusta". 

Su Juric e l'esperienza negativa a Roma - "La mia esperienza è diversa, con Juric abbiamo condiviso tanto insieme. Sono passati tanti anni, le esperienze sono state diverse. Il mio modo di vedere calcio si è evoluto. Ci sono due aspetti: la riaggressione del pallone o aspettarla. Io preferisco avere il pallone, ma non è sempre possibile: serve saper fare tutto. Per me è stato un metodo vincente, ma ora lo fanno in tanto e serve duttilità. Su Juric non so cosa non ha funzionato". 

Sezione: Primo piano / Data: Mar 17 giugno 2025 alle 13:35
Autore: Redazione
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