Il calcio italiano, al pari degli altri sport professionistici, si prepara ad affrontare una svolta epocale. Come riporta questa mattina Il Corriere dello Sport, con l’approvazione dell’ultimo Decreto Legge da parte del Consiglio dei Ministri, avvenuta lo scorso venerdì, le società sportive professionistiche potranno vincolare i propri atleti per un periodo massimo di 8 anni, superando così il limite dei 5 anni fissato dalla legge 91 del 1981, rimasta in vigore per oltre quattro decenni e successivamente aggiornata con il D. Lgs. n. 36/2021.

Una volta che il Decreto entrerà ufficialmente in vigore, i club avranno la possibilità di massimizzare il controllo sulle prestazioni sportive dei propri tesserati, trasformando questi rapporti in veri e propri asset a lungo termine. I vantaggi saranno evidenti sia sul piano sportivo che economico: grazie a questa riforma, infatti, le società potranno distribuire gli ammortamenti dei costi su otto esercizi anziché cinque, rendendo più sostenibili gli investimenti effettuati (sebbene, a livello Fifa e Uefa, l’ammortamento resti comunque limitato a cinque anni).

Nel suo commento per Il Corriere dello Sport, l’avvocato e esperto di diritto sportivo Mattia Grassani ha analizzato le implicazioni più rilevanti di questo ampliamento temporale per quanto riguarda la stabilità contrattuale nel sistema calcistico, sia nazionale che internazionale. Secondo quanto previsto dall’articolo 17 del Regolamento Fifa sullo status del giocatore, “qualsiasi calciatore può unilateralmente recedere dal rapporto di lavoro in essere, a prescindere dalla sua durata (massimo di 5 anni), se ultra ventottenne, dopo 2 stagioni, se infra ventottenne, trascorse 3 stagioni. Semplicemente corrispondendo un indennizzo, ma senza alcun rischio di sanzione disciplinare, leggasi squalifica”.

Sarà dunque compito della Fifa aggiornare il proprio regolamento in materia di tutela contrattuale, tenendo conto non solo della riforma varata dal Consiglio dei Ministri, ma anche di eventuali modifiche simili che potrebbero emergere negli altri Paesi membri delle 211 federazioni nazionali. Fa eccezione il Regno Unito, dove questa possibilità è già prevista da tempo, come dimostrano le operazioni a lungo termine condotte dal Chelsea.

Quando il provvedimento entrerà in vigore, scrive ancora l’avv. Grassani su Il Corriere dello Sport, i club torneranno a svolgere un ruolo centrale nelle dinamiche del calciomercato, riconquistando forza e margine negoziale nei confronti di calciatori e agenti.Non sarà sufficiente, in buona sostanza, pagare per ‘rompere’ il contratto e accasarsi altrove dopo una stagione ben giocata o a fronte di un’allettante offerta proveniente dalla concorrenza, perché, una volta a regime, la riforma appare idonea a contrastare tali distorsioni, pena pesanti squalifiche per i trasgressori e sanzioni economiche e di blocco del mercato per i competitor più spregiudicati e sleali”.

Sezione: Primo piano / Data: Dom 22 giugno 2025 alle 11:49
Autore: Redazione
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