Quando Lazar Samardzic è arrivato a Bergamo è stato accolto con entusiasmo e curiosità. Ci si aspettava molto dal suo mancino e dalla sua fantasia, ma a quattro giornate dalla fine del campionato il bilancio complessivo della sua prima stagione in nerazzurro non può certo dirsi esaltante. I numeri parlano chiaro: solo 8 gare dal primo minuto tra campionato e Champions League, 5 gol e 3 assist, contando anche la Coppa Italia.

SENSAZIONI POSITIVE - Le attenuanti, come sempre, ci sono. In primis, com'è noto, non è mai facile adattarsi al gioco di Gasperini, specie in un ruolo centrale e delicato come quello che ricopre il serbo e per un giocatore che ha "fame" di pallone tra i piedi. Allo stesso tempo, con pochi minuti a disposizione è anche complesso incidere. Eppure c'è stato un momento della stagione in cui sembrava che Lazar avesse trovato il ritmo giusto. Non come titolare, certo, ma come "spaccapartite". Come, cioè, quel giocatore in grado di entrare a gara in corso, magari di fronte a difese chiuse a protezione della porta, e cambiare l'inerzia del match con una giocata. Le statistiche dicono che il Gasp lo vede così: 39 presenze totali tra tutte le competizioni, 30 delle quali da subentrante.

QUASI TITOLARE - A cavallo tra gennaio e febbraio, però, è sembrato guadagnarsi persino i gradi del titolare, trovando spazio per quattro volte su cinque gare dal primo minuto. In campo dall'inizio contro il Napoli (77'), 90' a Como, così come a Verona. Titolare, inoltre, anche nello 0-0 contro il Cagliari, anche se sostituito all'intervallo da De Ketelaere. Numeri, insomma, notevoli per un giocatore che nelle 19 partite del girone d'andata aveva giocato, in media, mezz'ora a gara.

FUORI DAI RADAR - Quelle che sembrava una rampa di lancio si è trasformata, in realtà, in una frenata improvvisa e per certi versi inattesa. Negli ultimi due mesi, infatti, Laki sembra essere uscito completamente dai radar. Anche in questo caso sono i dati a testimoniarlo. Nelle ultime nove gare di Serie A Samardzic non è mai partito titolare. Anzi, per tre volte (Empoli, Bologna e Milan) non è nemmeno sceso in campo e ha una media di 11' giocati a partita. Nelle restanti gare, infatti, gli sono stati concessi soltanto brevi scampoli di match. Numeri su cui riflettere e che, analizzati nel complesso, parlano di un giocatore che a Bergamo deve ancora trovare il modo di essere decisivo. Il talento, però, serve avere la pazienza di aspettarlo. E quel mancino, che in nerazzurro si è visto solo a tratti, merita certamente un po' di attesa.

Sezione: Primo piano / Data: Gio 01 maggio 2025 alle 20:34
Autore: Gianluca Pirovano
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