Jacobelli: «Gasperini nella storia del calcio. Atalanta-Marsiglia? Da 50%-50%»

Xavier Jacobelli, noto giornalista e opinionista tv di Rai Sport nonché già direttore di numerose testate (tra cui Tuttosport, Corriere dello Sport-Stadio, Il Giorno, QS Quotidiano Sportivo e calciomercato.com), è stato intervistato in esclusiva dai microfoni di Pianetatalanta.it, dove ha analizzato la brillante annata della squadra allenata da Gian Piero Gasperini e della parte finale della stagione che vedrà la Dea impegnata su tre fronti: la qualificazione in Champions League, la semifinale di Europa League e la finale di Coppa Italia.

Atalanta, l'analisi di Xavier Jacobelli

Jacobelli, cosa ne pensa delle imprese dell'Atalanta negli ultimi anni? 
«L’Atalanta è stata fondata nel 1907 e il 17 ottobre compirà 117 anni, mai in questi 117 anni aveva vissuto un periodo definibile come “l’età dell’oro”. Affonda le sue radici nel 2016 dal punto di vista tecnico, ma parte dal 4 giugno 2010 quando Antonio Percassi ridiventa presidente della società. Da lì incomincia lentamente l’ascesa velocizzata poi con l’arrivo di Gianpiero Gasperini nel 2016; quello che ha fatto Gasperini in queste 8 stagioni è qualcosa di straordinario. Quindi questo aprile che vede l’Atalanta in lizza su 3 fronti diversi come finalista di Coppa Italia, semifinalista di Europa League e in piena corsa per la qualificazione alla Champions League è simbolo di un periodo fenomenale».

E di Gian Piero Gasperini? 
«L’allenatore del Verona Marco Baroni prima del match contro l’Atalanta aveva detto testualmente di considerare il Gasp come uno dei migliori allenatori d’Europa e anche del mondo, io sottoscrivo perché secondo me nella storia del calcio italiano degli ultimi 40 anni dopo Sacchi c’è Gasperini per il calcio che lui ha proposto: offensivo, molto propositivo e rivoluzionario con la marcatura a uomo, la difesa a 3 e i terzini che spingono sia offensivamente rientrando poi a dare una mano in difesa... oltre che al ritmo forsennato che deriva dalla condizione atletica strepitosa».

Questa Atalanta è la migliore di sempre o potrebbe essere paragonata a qualche formazione delle annate precedenti?
«È un’Atalanta diversa, basti pensare che dell’Atalanta del 2016-2017 i veterani rimasti sono due: Toloi e Palomino. Qui sta la bravura di Gasperini e della società che ha formato un organico qualitativamente e quantitativamente elevato e se non l’avesse fatto la squadra non avrebbe retto una partita ogni 3 giorni. È un’Atalanta fortissima questa, ma viene difficile paragonarla con le altre proprio perché sono cambiati gli interpreti, ma la natura della squadra è sempre la stessa. Basti vedere il lavorone fatto dall’allenatore con De Ketelaere (tornato a giocare ai livelli del Bruges) e Scamacca (ad oggi in stato di grazia e con Spalletti pronto a convocarlo)».

Secondo lei cosa ha di speciale il tecnico nel lavoro che fa con i ragazzi?
«Quando tu hai a che fare con un gruppo di 25 giocatori, in maggioranza nazionali delle rispettive rappresentative e riesci a far capire che non esiste più la divisione tra titolare e sostituto, ma che sono tutti titolari, vuol dire che hai fatto un grandissimo lavoro e questo è alla base dei risultati positivi acquisiti».

Quali saranno, secondo lei, i giocatori determinanti da qui alla fine della stagione tra coppe e campionato?
«Partendo dai portieri possiamo vedere anche in questo caso la bravura del tecnico Gasperini, perché quando a gennaio sembrava che Musso dovesse lasciare Bergamo scelse Carnesecchi come titolare. Ogni grande squadra deve avere due grandi portieri e ad oggi l’Atalanta ha una grande coppia: Carnesecchi che ha guadagnato la prima convocazione in nazionale con la toruneè americana e andando avanti così potrebbe essere parte dei giocatori dell’europeo; Musso invece è ancora nell’orbita della nazionale campione del mondo e ha dimostrato grandi cose in Europa League distinguendosi per la sua bravura. Per quanto concerne della difesa c’è un giocatore che io ammiro molto, sto parlando di Berat Djimsiti e di questo ragazzo si parla poco perché non ha mai i riflettori su di lui però è strepitoso ed è lo stakanovista del gruppo. Sono sicuro che questo ragazzo oltre tutto quello che ha dato e da all’Atalanta, darà certamente ancora tanto per i nerazzurri in termini di professionalità e attaccamento alla maglia. Menziono anche Toloi, perché Rafael nonostante abbia avuto il suo rendimento condizionato dagli infortuni è quello che rappresenta al meglio il motto atalantino ovvero “la maglia sudata sempre”; non a caso il capitano è lui quando è in campo e quando manca gli fa da vice De Roon. A centrocampo Marten è unico, il più bergamasco degli olandesi e il più olandese dei bergamaschi. È un allenatore in campo e lo si vede anche dal rapporto che ha instaurato con il mister e con i compagni, diventando leader assoluto e calandosi nell’Atalanta con una naturalezza e con un’energia strepitosa. Parlando dell’attacco mi ha colpito molto la rinascita di De Ketelaere, perché questo ragazzo che si era distinto con il Bruges come uno degli ultimi talenti del calcio belga. Si è lasciato alle spalle l’esperienza milanista che ha deluso il Milan e in primis lui. Il De Ketelaere visto in azione con la Fiorentina è qualcosa di pazzesco, aiutato sicuramente dalla motivazione di un certo Gian Piero Gasperini, però non possiamo di certo dire che i numeri del belga non siano impressionanti. Il ragazzo ha cambiato musica e lo dimostra l’efficacia del suo gioco, prendendo in esempio il gol da punta pura messo a segno a Monza con uno stacco di testa da manuale del perfetto centravanti; parliamo di un giocatore che ha messo a segno 11 goal e 8 assist assicurandosi quindi il riscatto dell’Atalanta (quasi assicurato date le ultime parole di Luca Percassi). Aggiungo anche Lookman, perché Ademola è talmente sgusciante ed efficace quando viene chiamato in causa che le sue caratteristiche si sposano bene con chiunque in attacco».

Quali potrebbero essere le uscite quest’estate da parte della formazione nerazzurra?
«Quando una squadra pone al centro dell’attenzione i suoi risultati e i suoi interpreti è evidente che susciti gli appetiti delle squadre italiane e internazionali. Un esempio è Hojlund, preso dal Sturm Graz per 17 milioni, viene rivenduto l’anno dopo per 85 milioni; è quindi normale che ci siano interessamenti per giocatori come Ederson o Koopmeiners ma è improvido in questo momento parlare del mercato estivo. Possiamo invece parlare dell’enorme lavoro della società all’ottavo anno consecutivo in positivo a bilancio e ne è certamente testimone Congerton Lee che riferendosi all’Atalanta dice che la sua grande fortuna è quella di avere Luca e Antonio Percassi».

Secondo lei quale potrebbe essere stata la chiave per il passaggio effettivo del turno di Europa League contro il Liverpool?
«La chiave è stata la consapevolezza della propria forza ed è stato il coraggio con la quale l’Atalanta è andata a giocare ad Anfield. Proprio qui il Liverpool non perdeva da ben 14 mesi, il 3-0 può quindi definirsi dato impressionante e all’insegna dell’impresa. Sottolineo poi la meraviglia del gesto di Klopp e dei suoi giocatori che dopo la partita e l’eliminazione si sono complimentati con i giocatori dell’Atalanta, con l’allenatore e sono venuti ad applaudire i tifosi nerazzurri».

La Dea, come sa, affronterà in semifinale l’ottava forza nel campionato francese, il Marsiglia di Gasset: quale sarà secondo lei il giocatore su cui l’Atalanta deve riporre maggiore attenzione? 
«Aubameyang in primis. È un giocatore perno dell’attacco del Marsiglia, oltre che il miglior marcatore dell’Europa League, ed è insieme a Cristiano Ronaldo e Dzeko uno dei giocatori capaci di segnare 50 goal in tre maggiori campionati europei (Bundesliga, Premier League e Ligue 1). Il fattore Velodrome inoltre sarà importante, perché il tifo marsigliese è infernale, paragonabile a quello dello stadio di Bergamo. Parliamo quindi di un confronto aperto dove le possibilità di passaggio del turno sono 50 e 50».

Qual è stata la sua reazione al goal di Lookman nei minuti finali di gioco?
«Siamo rimasti tutti in attesa del verdetto del fuorigioco automatico, quindi è chiaro che poi quella rete è stata determinante. Da lì la difesa si è aperta ed è arrivato anche il quarto gol di Pasalic, ma bisogna fare comunque i complimenti alla Fiorentina per il modo in cui ha cercato di opporsi all’Atalanta nonostante l’inferiorità numerica. La cosa bella da rimarcare è quello che sta dando l’Atalanta a Bergamo e ai bergamaschi, ovvero questa dose enorme di felicità. Credo che questo sia il bene più prezioso che non trovi sicuramente nel calciomercato».

Conquistata la finale di Coppa Italia contro la Juventus, l’Atalanta come interpreterà la partita vista l’importante assenza di Scamacca?
«È presto per dirlo, siamo al 25 di aprile e di mezzo ci sono anche le due semifinali con il Marsiglia. Chiaramente andranno valutate le condizioni dei singoli attaccanti in vista della partita del 15, però c’è una garanzia assoluta ed è che questa Atalanta dando un’occhiata al numero di reti realizzate (59 gol) è il terzo attacco migliore del campionato. Per Gasperini quindi le alternative non mancano e saprà lui chi e come impiegarlo, ovviamente rimane il rammarico per l’assenza di Scamacca ma ciò che conta è che continui da qui al 15 maggio rimanga questo suo stato di grazia».

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