di Gianluca Pirovano 25 Set 2024 11:57
Non è ancora allarme rosso, ma qualcosa che non va sembra esserci. La difesa dell’Atalanta, in questo inizio di stagione, scricchiola. La sconfitta interna 3-2 contro il Como, in questo senso, è stato un brusco risveglio, dopo lo 0-0 di Champions con l’Arsenal. I lariani, che non avevano ancora vinto in questa Serie A, in pochi minuti hanno stravolto la gara, approfittando di una retroguardia nerazzurra completamente in tilt.
Al termine della partita, Gian Piero Gasperini non ha puntato il dito contro il reparto difensivo. “La difesa e i gol subiti? In altre partite abbiamo subito gol sulle palle inattive, oggi no. Abbiamo sofferto molto a centrocampo, loro avevano una rapidità e velocità tecnica maggiore della nostra”, ha detto il tecnico di Grugliasco. Di certo, però, un problema sussiste e lo dicono i numeri.
Qualcosa era già emerso durante la preparazione estiva e nelle prime uscite di campionato. Dal 27 luglio al 30 agosto l’Atalanta aveva disputato, tra amichevoli, Supercoppa Europea e Serie A, 7 partite, subendo in totale 17 gol, con una media di 2,42 a gara. Troppi. E anche dopo la pausa nazionali non è andata meglio. La Dea nelle prime cinque di Serie A ha subito 11 reti ed è la peggior difesa del campionato. Per trovare un inizio peggiore serve tornare alla stagione 2020/2021, quando nelle prime cinque ne subì addirittura 12. Negli ultimi anni, invece, le cose erano andate diversamente: 4 gol subiti nella stagione 2021/2022, 2 nella 2022/2023 e 5 nella 2023/2024.
A contribuire al problema ci sono, sicuramente, diversi aspetti. Il primo, non va dimenticato, è legato agli infortuni. In questa prima fase della stagione l’Atalanta ha dovuto fare i conti con l’assenza di Scalvini, ma anche con i continui acciacchi di Kolasinac, Djimsiti e Toloi. Spesso e volentieri De Roon è stato costretto ad abbassarsi sulla linea dei difensori. Una soluzione già adottata in passato che rappresenta, però, una scelta d’emergenza. L’assenza dell’olandese in mediana toglie equilibrio alla squadra, che risulta più vulnerabile. Lo si vede quando è impiegato in difesa, ma anche quando è in giornata “no”, come contro il Como. C’è poi il tema dei nuovi arrivati. Godfrey sembra essere già un corpo estraneo, mentre Kossounou ha bisogno di tempo per entrare nei meccanismi del Gasp, ma il suo valore non si discute e potrebbe contribuire in maniera importante a ritrovare gli equilibri giusti.
Se c’è un tema tattico, c’è sicuramente anche un tema mentale. Impossibile pensare che la stessa squadra che ha quasi annullato l’Arsenal prenda tre gol nel giro di pochi minuti dal Como. È il calcio, certo, e ogni partita fa storia a sé, ma certe disattenzioni sono figlie di un approccio mentale sbagliato. Lo sa bene anche il Gasp, che in conferenza ha detto: “Più che equilibrio occorre una buona dose di umiltà e motivazione. Forse è più giusto dire motivazione. Non puoi avere motivazione solo in Champions, altrimenti corri dei rischi pesanti”. Tempo per riscattarsi ce n'è, ma serve un salto di qualità.
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