Atalanta, Ederson è già un campione: deve solo calciare di più

Ederson

La partita dell'Atalanta contro il Genoa è stata soltanto l’ultima in ordine temporale a dimostrare il livello raggiunto da Ederson. Un calciatore che, arrivato a Bergamo dalla Salernitana, ha avuto una crescita incredibile sia dal punto di vista della qualità sia da quello della costanza di prestazioni.

Atalanta, tutti gli occhi su Ederson

Contro il Grifone, il centrocampista brasiliano ha fatto vedere gran parte del suo repertorio. Grande capacità di impostazione, ma anche estremo agonismo. Un tuttocampista in grado di essere in prima linea quando serve difendere e sotto porta quando è il momento di colpire. Non è un caso che con la maglia della Dea si sia guadagnato la prima convocazione in nazionale e che un po’ da tutta Europa guardino a lui. È lecito, purtroppo per i tifosi nerazzurri, attendersi un’estate caldissima, ma giugno è lontano e ora è il momento di godersi l’ennesimo fenomeno arrivato al Gewiss Stadium.

Cosa manca ad Ederson per il definitivo salto?

Gli ultimi a elogiare Ederson pubblicamente sono stati Cristiano Doni e Riccardo Trevisani. Il primo ha detto che il brasiliano giocherebbe titolare in qualsiasi top club europeo. Il secondo che, al momento, è il più determinante in Italia nel suo ruolo. La domanda che viene da porsi, quindi, è come il centrocampista della Dea possa crescere ancora. Dove si nascondano i suoi limiti per fare il definitivo salto.

Guadagnare metri e calciare di più

Un suggerimento lo ha dato Gasperini, proprio al termine della gara contro il Genoa:Lo sprono sempre a calciare forte, perché lui fa sempre ‘il girello’. Ha questa dote: deve farci qualche gol in più in campionato. Ha potenza di tiro, speriamo che il gol di oggi gli abbia dato la convinzione di calciare”. E l’ultimo passo da fare per Ederson è proprio quello: calciare di più. Lo dicono i numeri. Per intenderci, in questa stagione il brasiliano è soltanto settimo per tiri tentati. Ne ha fatti 7, meno di Pasalic (10), Lookman (14), Retegui (23), ma anche di Zappacosta (11) e Samardzic (11), che ha giocato meno di lui. La questione non cambia anche guardando alla scorsa stagione, quando chiuse sempre al settimo posto, con 38 tiri totali, uno in più di Zappacosta e gli stessi di Miranchuk, a fronte di un minutaggio sensibilmente inferiore.

Quello visto contro il Genoa, in sostanza, potrebbe essere l’Ederson 2.0. Più spinta, più inserimenti e maggiore propensione offensiva. Qualche metro più avanti ha dimostrato di saper essere letale.

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