Atalanta: tanti investimenti sul mercato, ma stipendi ancora contenuti

Atalanta ottava in Serie A per stipendi

Dall'arrivo di Gian Piero Gasperini fino ad oggi l'Atalanta ha completamente cambiato volto. La Dea è, infatti, passata da essere la regina delle provinciali a una realtà europea a tutti gli effetti. Lo ha dimostrato in lungo e in largo sul campo, ma non solo. Anche nella gestione tecnica e del mercato la società nerazzurra è diventata attore protagonista e non più "vittima" designata dei grandi club. 

L'Atalanta e il mercato: una nuova era 

La dimostrazione plastica di questa nuova era è stato l'acquisto di Mateo Retegui. La Dea, infatti, si è trovata improvvisamente orfana di Gianluca Scamacca a causa di un infortunio. In pochi giorni ha scelto il suo obiettivo, ha presentato l'offerta al Genoa ed ha chiuso l'affare. In generale, in questi anni l'Atalanta ha dimostrato di non farsi grandi problemi a spendere, anche cifre importanti. Restando soltanto all'ultima finestra estiva del calciomercato, la Dea ha chiuso per Retegui, Brescianini, De Ketelaere, Godfrey, Sulemana e Bellanova. A questi vanno aggiunti i prestiti onerosi di Zaniolo e Kossounou e gli arrivi a parametro zero di Cuadrado e Rui Patricio. Nel complesso, il mercato in entrata ha superato i 110 milioni di euro, anche se l'impatto sul bilancio varia da operazione ad operazione. 

L'attenzione all'equilibrio: il capitolo cessioni 

Allo stesso tempo è bene sottolineare come i movimenti di mercato dell'Atalanta nell'era Percassi siano oculati. Spendere sì, ma con un occhio attento alle cessioni. Non è un caso, infatti, che anche in questo mercato la Dea sia al primo posto per incassi provenienti dalla vendita di giocatori. Su tutti svetta, chiaramente, la cessione di Teun Koopmeiners alla Juventus. Un affare da 51,3 milioni di euro (pagabili in quattro esercizi) oltre ad oneri accessori pari a 3,4 milioni, oltre ai premi per un ammontare non superiore a 6 milioni di euro, al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. E ancora Okoli, Zortea, Miranchuk e Cambiaghi, tutti ceduti.

Spese sul mercato, meno negli stipendi 

Il discorso cambia se guardiamo agli stipendi. Se è vero, come detto, che l'Atalanta si è dimostrata molto disponibile a intervenire sul mercato, anche con cifre importanti, gli stipendi, di contro, sembrano salire molto più lentamente. Non una sorpresa, in realtà. La Dea investe, infatti, in calciatori sì pronti per giocare a un certo livello, ma non ancora top player. Chi prende di più è Scamacca, con 3,2 milioni netti, ma tra i protagonisti di questi incredibili anni nerazzurri ci sono anche calciatori con ingaggi più bassi. De Roon, per esempio, incassa 1 milione netto, mentre Djimsiti 800mila (qui tutti gli stipendi). Il risultato è che, stando ai dati raccolti da Calcio&Finanza, l'Atalanta è ad oggi l'ottava società in Serie A per monte ingaggi, a quota 59,2 milioni. Davanti a lei, Inter (141,7), Juventus (111,7), Milan (104,3), Roma (89,9), Napoli (82,9), Lazio (68,2) e Fiorentina (59,2). Il monte ingaggi complessivo è cresciuto rispetto alla scorsa stagione, in cui era di 49,2, con un aumento di circa il 20%. Segno, comunque, che la tendenza sta cambiando