di Gianluca Pirovano 7 Nov 2024 14:21
Cinque anni sono tanti o sono pochi? Ognuno avrà la sua risposta, perché il peso del tempo cambia a seconda degli occhi con cui lo si guarda. Di certo, parlando di calcio, cinque anni non sono niente, ma a Bergamo sono bastati a riscrivere la storia e a cambiare, così, il corso delle cose.
Se riavvolgiamo il nastro, infatti, possiamo tornare al 6 novembre 2019. Una data storica per la Dea. I nerazzurri, dopo le sconfitte con Dinamo Zagabria, Shakhtar Donetsk e Manchester City, trovano il loro primo punto nella storia in Champions League. Arriva proprio con gli inglesi a San Siro, casa delle notti europee della Dea. Dopo il vantaggio di Sterling, la pareggia Pasalic a inizio ripresa, con la squadra di Guardiola che finisce con Walker in porta, ma regge agli assalti atalantini. Di quell’Atalanta oggi sono rimasti in quattro: Toloi, Djimsiti, De Roon e Pasalic. La dimensione della Dea, però, è completamente cambiata.
Cinque anni sono serviti a farsi le ossa e un po’ di pelle dura. A spiegare a tutta Europa che l'Atalanta non era di passaggio, ma lì per restare. Lo ha dimostrato in notti che fino a pochi anni fa potevano sembrare sogni. Ha espugnato Anfield non una, ma due volte, solo per citare un esempio. E ha scritto il suo nome nell’olimpo del calcio travolgendo il Bayer Leverkusen nella notte di Dublino. Una coppa alzata al cielo che resterà per sempre nella storia del club, ma che non è stato il coronamento di un percorso, ma una tappa. Perché l’Atalanta sembra avere ancora fame, sembra voler crescere ancora.
6 novembre 2024. Cinque anni dopo l’Atalanta ha espugnato Stoccarda con autorità, salendo a quota 8 punti e mantenendo la sua porta, ancora una volta, inviolata (solo l’Inter tra le altre 35 c’è riuscita). A impressionare è la facilità con cui l’ha fatto, in uno stadio caldo e contro un avversario complesso. Senza spocchia, ma con grande carattere. Riuscendo a soffrire quando era giusto farlo e colpendo nei momenti decisivi. Tutte caratteristiche delle grandi squadre, ciò che l’Atalanta ha saputo diventare. L’Atalanta è diventata grande, ma lo ha fatto in pieno stile bergamasco. Un passo alla volta, senza lodarsi e senza cambiare la propria natura. E non è finita qui…
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