di Nicholas Reitano 4 Mag 2024 14:53
Salernitana-Atalanta in scena di lunedì alle 18. Un orario inusuale, quasi surreale, che sa tanto di ennesimo schiaffo ai tifosi. Da una parte, la fame di calcio dei supporters, desiderosi di seguire le gesta dei propri beniamini. Dall'altra, la logica ferrea dei diritti tv, che impone orari scomodi pur di massimizzare gli ascolti. Ma il risultato è quello atteso? Perché migliaia di tifosi saranno penalizzati e costretti a rinunciare a pezzi di partita, se non addirittura all'intera gara, per via di impegni lavorativi.
È questa, purtroppo, la vera faccia del calcio moderno, un calcio che sembra aver perso di vista i propri valori fondanti, anteponendo il profitto all'amore per lo sport e alla passione dei tifosi. Non è solo il caso di Salernitana-Atalanta. Sono diverse le partite di Serie A che, negli ultimi anni, sono state relegate a orari infrasettimanali improponibili, penalizzando chi ama il calcio.
Cosa si può fare? Difficile trovare una soluzione univoca. Forse serve una maggiore sensibilità da parte delle emittenti televisive, che dovrebbero tenere conto anche delle esigenze dei tifosi. Oppure, ipotesi più radicale, un ritorno al calcio d'antan, con partite concentrate nel weekend e orari più consoni. Quel che è certo è che non si può più accettare questa situazione. Il calcio è un diritto, non un privilegio. E il diritto di godersi la propria squadra del cuore non può essere calpestato dai diktat delle televisioni.
È tempo di dire basta al calcio a orologes. È tempo di rimettere al centro i tifosi, la vera anima di questo sport. Ma non sarà facile. Il dio denaro comanda.
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